Uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Ibim-Cnr e dell’Ismett di Palermo e dell’Università di Pittsburgh ha individuato le cause della stretta relazione tra broncopneumopatia cronica ostruttiva e fumo.
La bpco è una patologia disabilitante in costante aumento e destinata a diventare la terza causa di morte globale entro il 2020. «La Bpco è una malattia infiammatoria e ostruttiva delle vie aeree – spiega Elisabetta Pace dell’Ibim-Cnr di Palermo -. La reazione infiammatoria, specie se di notevole intensità, oltre a comportare una distruzione dei tessuti, può interferire con i normali processi riparativi causando profonde alterazioni dell’architettura del tessuto. Sebbene sia noto che il fumo di sigaretta è il principale fattore di rischio, i meccanismi molecolari coinvolti nella patogenesi di questa patologia, invece, sono poco noti».
A predisporre il fumatore a contrarre la patologia sarebbe una molecola che promuove le difese immunitarie innate di tipo anti-microbico nelle vie aeree centrali di calibro maggiore. «Questo difetto difensivo sposterebbe il baluardo anti-infettivo nelle vie aeree distali di calibro inferiore – dice Mark Gjomarkaj dell’Ibim-Cnr di Palermo -, generando così un elevato carico infiammatorio in un’area del polmone strutturalmente molto più delicata e vicina al settore deputato agli scambi gassosi».
A cura di Silveria Conte
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Tag:bpco, broncopneumopatia cronica ostruttiva, fumo, sigarette, tabagismo
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